Tigella o non tigella? Questo è il dilemma..

Col tempo le crescentine sono state impropriamente chiamate tigelle prendendo spunto e nome dai dischi usati per cuocerle.

Questo è uno degli errori più comuni, che commettono persino alcuni modenesi. I due termini vengono spesso confusi, quando in realtà è bene sapere che ordinare tigelle al ristorante potrebbe nuocere gravemente alla vostra salute.

A rafforzare il concetto è un passo dello scrittore locale Andrea Pini: “In pizzeria chiedereste mai il forno al posto della pizza? O al fast food una friggitrice al posto delle patatine? O a vostra nonna la teglia al posto della crostata?

Nella stessa tradizione locale si è sempre detto "Chersènt in t'al tigèli", ovvero "Crescenti nelle tigelle", a ribadire il concetto della differenza.

Le tigelle erano dischi di terracotta di circa 15 cm di diametro e 1,5 cm di spessore, composti da terra di castagne finemente triturata e modellata in uno stampo di legno, poi essicati e cotti.

Le crescentine, invece, sono i dischi ricavati dall'impasto preparato ore prima.

Prima di procedere alla cottura si preparano le foglie di castagno, che vanno messe tra la tigella e la crescentina. Se non ci sono le foglie fresche si possono utilizzare le foglie secche, preparate in estate, quando c’è il sole: riunite a mazzetti, vengono fatte essiccare al sole e si conservano a lungo. Bagnate nell’acqua, ritornano belle come quando erano fresche.
Si procede ponendo la crescentina tra due foglie all'interno delle tigelle.

Le foglie di castagno servono per proteggere la crescentina dalla cenere ma anche per aromatizzarla un po’.Si mettono in pila, quindi si girano per farle cuocere in modo omogeneo. Dopo si mettono sotto la cenere perché completino la cottura.Tradizionalmente le crescentine vengono preparate tagliandole a metà ed imbottendole con un pesto a base di trito di lardo di maiale, aglio e rosmarino (a Modena è chiamato “cunza”) e arricchito ulteriormente da Parmigiano Reggiano, ma sono molte diffuse anche quelle ripiene con coniglio in umido, lepre alla cacciatora o cinghiale. Oltre alle versioni tradizionali, oggi si sono aggiunte varianti con molteplici, fantasiose, ma sempre gustose, farciture: salumi, formaggi, verdure e altre salse, salate o dolci.

 

Ora vi lascio con alcune curiosità riguardanti la possibile storia delle crescentine.

 

Secondo un articolo de ''il Resto del Carlino'' pare che l'invenzione delle crescentine sia dovuta ad un gruppo di operai che lavoravano al ponte di Olina nel 1700 circa, che per pranzare cuocevano l'impasto di farina tra due lastre di arenaria preventivamente scaldate sulle braci.

 

Secondo un altro articolo sembrerebbe che le crescentinte fossero graditissime anche all'Imperatore Federico II (1194-1251), guerriero, filosofo, scienzato e gastronomo. In un suo manoscritto del 1240 si fa cenno, in un ricettario, ad una ''torta sfogliata'' cotta tra due tigelle calde. Sappiamo che Federico II ebbe l'avventura, o meglio disavventura, di soggiornare con il suo esercito nella pianura padana. Potrebbe quindi essere proprio lui l'uomo che ha portato dalle nostre parti questa prelibatezza.

 

Chi sia stato l'inventore rimane un mistero, sta di fatto che siano una vera delizia da mangiare in compagnia!

 

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